Il consueto appuntamento con il teatro dialettale, preparato dai soci dell’Associazione Culturale Santa Lucia, si rinnova quest’anno con “La Nottata”, secondo la formula originale del teatro dei luoghi.
Con "La nottata" continua la saga della contrada, basata su ricordi, testimonianze, indizi.
Questa volta il teatro dei luoghi rappresenta una situazione standard del 1950, quando la guerra era passata da un quinquennio e si cercava di dimenticarne gli orrori e i dolori.
La nottata che si faceva vicino alla salma era una forma di creanza e, anche se serviva a fare compagnia ai familiari, a dare conforto e sostegno al loro dispiacere, spesso si trasformava in un momento di evasione, quasi ad esorcizzare la paura della morte, se questa arrivava al tempo "giusto", per ridimensionarla ad una sorta di fatalistica rassegnazione.
Sì, non rappresentiamo un fatto storico, ma la storia della contrada emerge comunque dalle chiacchiere, dai pettegolezzi, dai racconti...ed emergono altresì i caratteri, le arguzie e le facezie contadine, la fede e la superstizione, insomma le peculiarità socio-antropologiche del tempo, popolato da persone che via via, col nostro teatro, sono diventati veri e propri personaggi.
Senza contare che è salvaguardata la lingua, l'unica lingua dei nostri padri, e con essa la memoria storica locale.