Il consueto appuntamento con il teatro dialettale, preparato dai soci dell’Associazione Culturale Santa Lucia, si rinnova quest’anno con “La uerra da nù”, secondo la formula originale del “teatro dei luoghi”: l’aia di un vecchio caseggiato, rimasto intatto nel tempo, che fa da scena al susseguirsi di fatti realmente accaduti nella contrada, nel periodo gennaio 1944 - febbraio 1946.
Un arco di tempo che abbraccia il furore della guerra e il fervore della ricostruzione post bellica, ossia la paura, la fame, il freddo dei ricoveri nella notte del 15 gennaio 1944, quando i tedeschi furono cacciati da monte Trocchio sotto un fuoco di artiglieria di inaudita potenza da parte degli alleati, la speranza degli abitanti di sanare non solo le profonde ferite della contrada semidistrutta, ma soprattutto le ferite dello spirito, col riabbracciare i propri cari sopravvissuti alla furia bellica.
Assistiamo così al ritorno a casa dei reduci, che arrivano, felici ma comunque col cuore straziato, spaesati ed increduli, col loro fardello di tristi esperienze e l’orrore per la guerra negli occhi e nel cuore, e tutti con la speranza di poter ricominciare a vivere e a ricostruire in pace.
Ancora una volta, come è ormai tradizione, l‘Associazione Culturale "Santa Lucia" coltiva la memoria storica del luogo, “come una pianticella delicata che non deve morire”, e propone un lavoro originale che è un vero e proprio ritratto d’ambiente: tutto un mondo che si ricorda e si racconta.